Legge di Bilancio 2023 - Disposizioni in materia pensionistica

03 gennaio 2023

La legge di Bilancio 2023 (L. 197/2022) pubblicata in Gazzetta Ufficiale lo scorso 29/12/2022, contiene numerosi interventi in materia fiscale, di lavoro e pensionistica. Di seguito si riportano sinteticamente i più rilevanti.

 

Disposizioni in materia pensionistica

Quota 103: viene introdotta per il solo anno 2023 e prevede l’accesso al trattamento pensionistico anticipato per coloro che abbiano maturato, entro il 31/12/2023, un'età anagrafica di almeno 62 anni e un'anzianità contributiva di almeno 41 anni, a condizione che il valore lordo mensile del trattamento di pensione anticipata non sia superiore a 5 volte il trattamento minimo. Per i lavoratori che pur avendo maturato i requisiti di cui sopra decidano di rimanere in servizio, viene invece previsto che gli stessi possano richiedere al datore di lavoro la corresponsione in proprio favore dell'importo corrispondente alla propria quota di contribuzione alla gestione pensionistica.

 

Ape sociale: viene prorogata per tutto il 2023 la possibilità di accesso all’Ape sociale e confermata sempre per il 2023 la possibilità, per gli addetti a mansioni gravose o pesanti aventi determinati requisiti, di accedere alla misura qualora siano in possesso di un'anzianità contributiva di almeno 36 anni (ridotta a 32 anni nel caso di operai edili, ceramisti e conduttori di impianti)

 

Opzione donna: viene confermata per l’annualità 2023 ma cambiano i requisiti di accesso alla prestazione pensionistica; possono accedervi le lavoratrici che entro il 31/12/2022 abbiano maturato un’anzianità contributiva pari o superiore a 35 anni e un’età anagrafica di almeno 60 anni, che può essere ridotta di un anno per ogni figlio con un limite massimo di 2 anni. Le lavoratrici devono inoltre trovarsi in una delle seguenti condizioni: assistere, al momento della richiesta e da almeno 6 mesi, il coniuge o un parente di primo grado convivente con handicap in situazione di gravità, ovvero un parente o un affine di secondo grado convivente qualora i genitori o il coniuge della persona con handicap in situazione di gravità abbiano compiuto i 70 anni di età oppure siano anch’essi affetti da patologie invalidanti o siano deceduti; avere una riduzione della capacità lavorativa uguale o superiore al 74%; essere lavoratrici licenziate o dipendenti da imprese per le quali è attivo un tavolo di confronto per la gestione della crisi aziendale.

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